Stenosi carotidea

Descrizione

La stenosi carotidea è una patologia caratterizzata da un restringimento del lume del principale vaso che porta il sangue al cervello, l’arteria carotide interna. Tale condizione, parziale o totale (occlusione), è legata principalmente alla malattia aterosclerotica, che riconosce come principali fattori di rischio oltre a quelli genetici e comportamentali, il fumo, l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’ipercolesterolemia, l’obesità. Il conseguente ridotto apporto di sangue al cervello o il possibile distacco di parte della placca ateromasica (embolia) possono determinare un danno ischemico a livello cerebrale di natura transitoria (TIA) o permanente (ictus), condizione questa che rappresenta nel mondo occidentale una delle più frequenti cause di morte e di invalidità.

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    Il TIA (attacco ischemico transitorio), per definizione caratterizzato da sintomi di durata inferiore alle 24 ore, si può manifestare con diversa sintomatologia come una riduzione di forza di un lato del corpo, la difficoltà di articolare la parola, alterazioni della visione, mancata coordinazione nei movimenti. Diverso è il caso dell’ictus ischemico dove le conseguenze possono determinare gravi disabilità permanenti e, nei casi gravi, portare alla morte del Paziente. La principale metodica diagnostica per lo screening, la diagnosi ed il controllo nel tempo della patologia carotidea è universalmente rappresentata dalla ultrasonografia. L’esame ecocolorDoppler, rappresenta al momento il miglior modo per valutare i vasi sanguigni essendo un esame non invasivo, affidabile, ripetibile, relativamente poco costoso ed estremamente accurato nel definire l’entità della stenosi e alcune caratteristiche della placca aterosclerotica (presenza di calcio, ulcerazioni, etc). Il completamento diagnostico con angio-TC cerebrale e dei vasi epiaortici sarà poi fondamentale per definire la migliore strategia terapeutica.

Trattamenti

Le modifiche dello stile di vita ed il trattamento farmacologico rappresentano i cardini fondamentali dell’approccio terapeutico. Quando però la stenosi del vaso supera il 70%, oppure la placca è diventata sintomatica o presenta caratteristiche alterazioni all’esame ultrasonografico è necessario trattare la placca chirurgicamente.

Al trattamento tradizionale, che prevede la rimozione della placca con intervento chirurgico diretto sul vaso (TEA, tromboendoarteriectomia), si è affiancato ormai da diverso tempo il trattamento endovascolare (PTA-stenting, angioplastica con posizionamento di uno stent all’interno del vaso nel tratto stenotico), procedura molto meno invasiva, condotta in anestesia locale e quindi gravata da minor tasso di complicanze e con un ridotto traumatismo per il Paziente.