Arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori

Descrizione

L’arteriopatia ostruttiva periferica (AOP) è una patologia del sistema vascolare arterioso caratterizzata da una riduzione dell’afflusso di sangue agli arti (e quindi di ossigeno e sostanze nutritive), legata ad un progressivo restringimento dei vasi. La causa principale dell’AOP è l’aterosclerosi, malattia della parete interna del vaso dovuta al progressivo deposito di grasso, calcio ed altre sostanze (con formazione delle cosiddette placche ateromasiche) che determina il progressivo restringimento del vaso fino alla sua completa ostruzione.

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    Tra i principali fattori che favoriscono lo sviluppo dell’aterosclerosi c’è la predisposizione genetica, l’età (più frequente sopra i 50 anni), il fumo di sigaretta, il diabete, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa, l’obesità. La patologia interessa prevalentemente gli arti inferiori dove si manifesta tipicamente con la claudicatio intermittens: dolore crampiforme ai muscoli degli arti inferiori che insorge durante la deambulazione (quando cioè aumenta la necessità di sangue) e che si attenua con il riposo. L’arteria più comunemente colpita è l’arteria femorale, per cui il dolore è più spesso localizzato al polpaccio; se l’ostruzione è localizzata più in alto, biforcazione aortica e/o arterie iliache, il dolore interesserà i muscoli dei glutei e delle cosce. Quando il flusso sanguigno che supera la stenosi è insufficiente anche in condizioni di riposo si instaura il quadro di “ischemia critica”, con dolore a riposo, debolezza o perdita di sensibilità dell’arto interessato, piede pallido e freddo. Possibile conseguenza della ridotta perfusione è lo sviluppo di lesioni, tipicamente localizzate al piede, dalle ulcerazioni fino alla gangrena (condizione 30 volte più frequente nei pazienti diabetici). Una prima valutazione per definire il grado di gravità dell’arteriopatia può essere fatta in base all’autonomia di marcia del Paziente valutata in base ai metri percorsi prima di avvertire il dolore con la necessità di fermarsi (classificazione di Leriche-Fontaine). L’esame obiettivo associato all’ecocolorDoppler rappresentano sicuramente la valutazione fondamentale per un corretto inquadramento diagnostico (studio della placca e dei flussi) e per il successivo follow-up, mentre per un ulteriore approfondimento mirato a definire la corretta strategia terapeutica sarà opportuno eseguire un’angioTC.

Trattamenti

La prima terapia consiste nell’adottare un corretto stile di vita (sospensione del fumo, dieta, attività fisica, etc ), associando una adeguata terapia farmacologica.

Quando possibile si cerca di rivascolarizzare il Paziente, cioè di ripristinare un adeguato flusso di sangue a valle della stenosi o dell’ostruzione. Attualmente la procedura più utilizzata è l’angioplastica (PTA), una tecnica di chirurgia endovascolare, che viene effettuata attraverso un accesso percutaneo mininvasivo, a volte associata all’applicazione di uno stent (PTA + STENT) per mantenere pervio più a lungo il tratto di arteria trattata.

In alcuni casi l’intervento endovascolare può associarsi a quello chirurgico tradizionale, la cosiddetta tecnica ibrida, che prevede ad esempio la tromboendoarteriectomia femorale associata a PTA-stenting dell’arteria iliaca a monte, per ridurre la durata e il rischio operatorio. L’intervento endovascolare, indicato principalmente per la rivascolarizzazione dei vasi iliaci, ha visto estendere nel tempo la sua indicazione anche ai vasi arteriosi più distali (fino alle piccole arterie tibiali del piede), grazie all’avvento di materiali dedicati, sempre più performanti.