Chi sono

Carlo Cavazzini

Medico Chirurgo specializzato in Chirurgia Vascolare. Opero con le più aggiornate tecniche chirurgiche mininvasive.

“Sono il vostro Chirurgo Vascolare.

Voi, semplicemente, chiamatemi Carlo”.

Le tecniche mininvasive sono caratterizzate da un minor traumatismo ed una più rapida ripresa da parte del Paziente rispetto alle tecniche tradizionali (chirurgia “open” o “a cielo aperto”).

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Il mio metodo di lavoro: accoglienza, innovazione e tecnologia al servizio del Paziente.
Ma soprattutto, ascolto del Paziente.

Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia con lode nel 1995. Da allora ho esercitato la professione seguendo sempre due principi fondamentali: il costante aggiornamento e la cura del rapporto con il Paziente.

In pratica cerco sempre di adottare le tecniche più aggiornate e meno invasive per il Paziente che, da attore principale, viene sempre coinvolto nel percorso diagnostico-terapeutico con la possibilità mano a mano di chiarire eventuali dubbi e soddisfare personali esigenze.

È importante che la persona, che affida se stesso o un proprio caro alle mie cure, si senta a suo agio e ben accolta fin dal primo giorno e che insieme a me percorra il più serenamente possibile la strada: io sono lì per Voi.

Le tecniche mininvasive.

Le tecniche chirurgiche mininvasive sono per definizione quelle tecniche più moderne, che presentano una minore invasività rispetto a quelle tradizionali (le cosiddette tecniche “open” o “a cielo aperto”).

Di tutte le branche specialistiche, la Chirurgia Vascolare è stata forse quella che negli anni ha maggiormente beneficiato dei progressi tecnologici.

Pur ottenendo lo stesso risultato terapeutico, le nuove metodiche mininvasive tendono a minimizzare il traumatismo per il Paziente contenendo anche i rischi generali legati alle procedure in termini di morbilità e mortalità.

Questo permette di trattare anche le persone cosiddette “fragili”, ovvero affette da più patologie e, soprattutto, in età avanzata.

L’utilizzo di queste nuove tecniche mininvasive, applicabili in modo efficace per diverse patologie, oltre ad offrire la possibilità di trattamento chirurgico ad un numero sempre maggiore di Pazienti, permette un più rapido recupero postoperatorio con precoce ripresa delle proprie abitudini di vita e lavorative.

In questo modo anche le persone più anziane vengono velocemente ricongiunte ai propri affetti, con un più rapido ritorno a casa.

Vi racconto cosa accade in sala operatoria.

L’ingresso in sala operatoria rappresenta un momento delicato per il Paziente, generalmente teso e preoccupato per quello che succederà, circondato da persone che non conosce in un ambiente poco familiare.

Il percorso comune e il dialogo dei giorni precedenti consentono al Paziente di affrontare con maggior tranquillità l’atto chirurgico. La presentazione dell’equipe e la conoscenza del personale della sala operatoria, consentono di affrontare questo delicato momento in modo diverso: l’intervento chirurgico diventa quindi un’esperienza, che il Paziente fa insieme a me. Gli presento i collaboratori introducendolo in sala operatoria, senza barriere sociali, sempre dandoci del tu. Non mi interessa il suo ruolo fuori della sala operatoria: Lui per me ha un nome, è una persona e ci diamo del tu perché siamo in sintonia nell’affrontare insieme questa esperienza.

In pratica, si costituisce naturalmente un team in cui il Paziente e non il Chirurgo, diventa l’attore protagonista!

Il Paziente che entra in sala operatoria si mette a nudo, si affida completamente alle mie cure, e io mi faccio pienamente carico di questa fiducia riposta.

La gran parte degli interventi mininvasivi vengono condotti con semplice anestesia locale: pertanto informo sempre con anticipo il Paziente di tutte le sensazioni che potrà avvertire, in modo che non sia sorpreso di nulla. Sa tutto quello che faccio: dove può sentire fastidio o se avvertirà una sensazione di calore alla somministrazione di mezzo di contrasto, quanto dura un’azione. In poche parole lo porto con me durante tutto l’intervento.

Al termine dell’intervento, c’è il ringraziamento di tutta l’equipe, che rimane a disposizione del Paziente in maniera efficace ed empatica.

Da questo momento il Paziente diventa mio Amico, senza filtri né barriere, ma con intimità e vicinanza.